IL RISVEGLIO DEL GIGANTE ASIATICO / La lingua del Celeste Impero è tra le più richieste
TUTTI SUI BANCHI A LEZIONE DI CINESE
All’istituto Scarpellini’ boom di iscrizioni al corso di mandarino
FOLIGNO – Se all’ingresso dell’Istituto Tecnico Economico ‘F. Scarpellini’ sventola il tricolore, e insieme ad esso il vessillo europeo, dentro, al piano terra della scuola, batte un cuore multilingue. Non solo inglese, francese, spagnolo e tedesco, le lingue europee più richieste dal mercato del lavoro, ma la lingua di Mao, il ‘putonghua’, ovveroilcineseufficiale, ilmodernoidiomaunificatodell’exCelesteImpero.Dal 25 febbraio è infatti iniziato ufficialmente il corso di cinese, livello base, rivolto agli studenti della scuola interessati ad apprendere l’uso elementare della lingua attraverso l’acquisizione dei lemmi fondamentali e di pattern comunicativi standardizzati. Il corso, della durata di venti ore, ha raccolto l’entusiasta adesione di oltre trenta studenti, accomunati tutti dallo stesso lungimirante obiettivo, imparare la lingua cinese, così da acquisire un vantaggio competitivo in un mondo del lavoro sempre più condizionato da equilibri geopolitici in rapido mutamento. “Le lezioni si concentreranno non solo sulla conversazione e l’ascolto ma anche sugli usi e costumi cinesi, dalle complicatissime regole di bon ton a tavola alle superstizioni della vita quotidiana, eredità, patrimonio e retaggio di millenni di storia”, spiega la professoressa Federica Benedetti, sinologa, laureata all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Che aggiunge: “Il corso offre inoltre la possibilità di approfondire gli aspetti sociali e culturali della civiltà cinese, di ieri e di oggi, e il suo legame con l’Italia”. Che il cinese sia una delle lingue più richieste sia in Europa che negli Usa non è del resto una novità, se è vero che negli Stati Uniti sono più di 1000 le scuole superiori che offrono la possibilità di apprendere la lingua di Pechino. E non si tratta di una moda dettata da una sorta di fascinazione esotica. “L’ascesa politica ed economica della Cina e il crescente aumento di volume degli scambi commerciali con l’Italia impongono un adeguamento dell’offerta formativa che includa anche la conoscenza della lingua cinese”, dichiara Federica Ferretti, preside dell’istituto. In effetti, il risveglio del gigante asiatico (per inciso, il tasso di crescita medio del Pil cinese è di oltre il 10%) non può non avere ricadute sulla scuola e sui suoi programmi. Una scuola aperta e flessibile che deve fare i conti con uno dei Paesi più influenti nel gruppo dei Bric (Brasile, Russia, India e Cina) tanto che in alcuni istituti superiori italiani la lingua cinese è diventata materia curricolare a tutti gli effetti. La Grande Muraglia, forse, non è poi così lontana.
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